2007 Capriate San Gervasio (BG)

Minitalia

DESIGN GROUP
Progetto architettonico: Joseph di Pasquale; Gruppo creativo: AM LAB - Joseph di Pasquale, Alessandro Tonassi, Gianluca Codeghini; Sviluppo progetto: Francesca Malgorani, Alberto Sauchelli, Giovanni Tonarelli, Salvatore Virgillito, Mattia Mugnaini, Daniela Alberti, Dario Sacchi ,Carlo Caserini, Paola Sacchi, Manuela Parolo, Alberto Soci, Paolo Carrara; Video: Joseph di Pasquale (regia e montaggio), Rendergraph (riprese esterne e simulazione 3d), Salvatore Virgillito e Lorenzo Prono (modellazione e animazioni 3d), Jamko film (produzione); Consulenze esterne: Luigi Mora (ced ingegneria), Luigi Amman, Amman Progetti, Milano, avv. Michele di Pasquale (consulenza legale e diritti d'autore), Alfonso di Pasquale (rapporti internazionali), Martine Gassier (concept commerciale), Angelo Arnoldi (urbanistica)

Il codice morfo-genetico che genera il progetto è l’elica leonardesca.
Leonardo Da Vinci aveva disegnato nel Codice Atlantico una planimetria elicoidale per rappresentare il progetto di un porto. Per Leonardo l’elica è intrinsecamente legata ai fluidi in generale e all’acqua in particolare. Altre sue idee confermano questo rapporto: il progetto di un elicottero con un’ala rotante a forma elicoidale che appunto doveva consentire al mezzo di “avvitarsi” verticalmente nel fluido aria, e l’invenzione della coclea, un sistema idraulico ancora oggi utilizzato che consiste in un’elica continua contenuta in un tubo che ruotando consente di “sollevare” l’acqua.
Nel progetto l'origine di questa elicoide è il centro della piazza di accesso al parco e lungo il suo sviluppo essa solleva il terreno il quale si muta in superfici artificiali che ricoprono gli edifici esistenti rinnovandoli e definiscono lo spazio per le nuove attività del Village.
Sono nastri sinuosi di metallo microforato finemente traforato da aperture di varie dimensioni che assumono l’aspetto di una trasposizione in codice della geometria organica di questi elementi architettonici.
Il linguaggio architettonico elabora giocosamente il tema di Minitalia: e cioè quello della miniatura, del rapporto di scala. Esso opera confondendo ludicamente il fruitore ed evitando continuamente di svelare le reali dimensioni del costruito. Nei prospetti il ritmo dei fianchi laterali vetrati è infatti doppio rispetto al numero dei piani, e l’ordito delle aperture nella lamiera traforata è addirittura quadruplo. L’altezza apparente quindi si raddoppia e si quadruplica rispetto al reale: i cento metri reali della torre alberghiera divengono quindi apparentemente duecento, quattrocento. L’effetto si amplifica notevolmente di notte e, osservandolo da lontano, il complesso assume l’aspetto di un’intera fantastica metropoli.
L’edificio è quindi la miniatura di se stesso. L’edificio è la miniatura di un’intera metropoli, e ne contiene la medesima complessità e mutevolezza dinamica.
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