14-09-2010 Shanghai, Cina

Joseph di Pasquale interviene a ARCHDESIGN ITALIA - SHANGHAI 2010

Il 22 settembre 2010 l’architetto Joseph di Pasquale, della AM Progetti di Milano, parteciperà al seminario di bio-edilizia organizzato dall’ICE presso il padiglione Italia all’Expo di Shanghai, con un intervento dal titolo “Architettura globale e sostenibilità culturale”. Il seminario fa parte in un calendario di eventi dal titolo “Design architettura e urbanistica: proposte italiane per la città del futuro” finalizzato a promuovere le eccellenze italiane nel campo del design e dell’architettura, che avrà luogo dal 19 al 22 settembre a Shanghai 2010 e sarà pre-sentato ufficialmente il 19 settembre alla Tonji University di Shanghai con cui l’Istituto per il Commercio Estero intrattiene rapporti di collaborazione. L’invito a prendere parte alla tavola rotonda, giunto dal presidente dell’ICE Ambasciatore Umberto Vattani, costituisce un notevole attestato di stima professionale per l’architetto di Pasquale e per tutto lo studio AM, che avranno il grande onore di rappresentare l’Italia in un contesto di prestigio internazionale come quello dell’esposizione universale di Shanghai. Al dibattito, moderato dall’architetto Mario Cucinella, parteciperanno anche gli architetti Cesare Maria Casati, Pierpaolo Maggiora, Maria Grazia Tampieri, Giampiero Cuppini. L’intervento di Joseph di Pasquale verterà sull’approccio “culturalmente sostenibile” come tratto specifico della progettualità italiana. Il “retroterra” storico-artistico italiano porta, infatti, i progettisti del nostro paese, più di altri, a compendiare l'innovazione e il confronto con la tradizione, attraver-so l’analisi del contesto fisico e culturale su cui intervengono come ambito di indagine preliminare alla progettazione. Il tema verrà sviluppato attraverso la presentazione del masterplan vincitore del concorso per la nuova eco-town di Jingwu a Tianjin e il progetto della sede del GDPE in costruzione a Canton, due esempi di progettualità italiana applicata al contesto della Cina. Il primo rappresenta il tentativo di combinare nel progetto urbanistico l'innovazione della eco-densità - cioè dell'identità urbana della civitas compatta contro l'alienazione dell'anticittà razionalista - con la tradizione urbana e i miti della cultura locale. Nel secondo progetto - un edificio singolo, vincitore di un concorso privato - la “sostenibilità culturale” si è tradotta in un rapporto di reciproco ascolto e scambio tra progettista e committente, attraverso cui elementi delle due culture sono stati assorbiti, reinterpretati e restituiti in modo innovativo e, al tempo stesso, familiare ai rispettivi contesti culturali.