2012 Milano, Italia

Concorso per le architetture di servizio in Milano - Expo 2015

CREDITS
Project leader: Arch. Joseph di Pasquale; Creative design group: AMLAB Joseph di Pasquale, Alessandro Tonassi, Agnese Martinoli, Matteo Ranghetti; AMSTAFF Maria Novozhilova, Giuliano Muzzi; CONSULTANTS Sustainability: Stefano Valente; Technical feasibility: Gabriele Bocola, Paola Sacchi; Structural engineering: Francesco Iorio; Rendering: Linrender.

IDENTITÁ E DISCREZIONE
Nel paesaggio dell'Expo la scena deve essere legittimamente dominata dai padiglioni delle nazioni. Le architetture di servizio devono costituire un "basso continuo" della percezione visiva. Perciò la sfida è quella di far concorrere queste architetture all'oscar per i "migliori attori architettonici non protagonisti".

CORE MODULARE E SKIN UNITARIA
L'approccio generale alle architetture di servizio è stato quello di individuare una singola tipoloia costruttiva e un singolo sistema di modularità funzionale adattabile e flessibile per soddisfare tutti i possibili mix funzionali richiesti dal programma.
A questa modularità basata su elementi ripetitivi e seriali si contrappone un vestito che tende a ridurre la ripetitività e a ridefinire l'immagine complessiva delle stecche come installazioni continue.

RELAZIONE CON IL PAESAGGIO EXPO
i diversi fronti delle stecche sono pensati in relazione alle diverse funzioni e obiettivi progettuali.
La testata verso la World Avenue ha funzione segnaletica riassuntiva di tutte le atti attività contenute nella stecca.
Il lato lungo verso il tendalino secondario ha funzione di accesso alle varie attività offrendo indicazioni circa la loro posizione.
Il lato verso gli hortus ha funzione di ombreggiamento e trasparente relazione tra le varie attività e lo spazio aperto antistante. Questo fronte presenta una configurazione caratterizzante e identitaria capace di trasformare la ripetitività dei moduli funzionali in un elemento organico in perfetta relazione col verde.

INDIVIDUAZIONE E RICONOSCIMENTO
Sono stati analizzati due livelli di individuazione delle architetture di servizio:
Il primo livello di riconoscibilità ha come obiettivo quello di rendere riconoscibile la presenza di una architettura di servizio indipendentemente dalla funzione contenuta. Per questo si è puntato su due aspetti:
Riconoscibilità tecnologica: E stata adottata una tecnologia facilmente riconoscibile costituita dalle facciate ottenute con delle fasce frangisole in tessuto di nylon tese in verticale che costituiscono la costante della finitura delle facciate sui lati lunghi. Questo tipo di finitura molto riconoscibile dovrebbe immediatamente evocare le funzioni di servizio oltre ad essere affine (in quanto tessuto) con il materiale di cui saranno realizzati i tendalini parasole anch’essi immediatamente riconducibili alle funzioni pubbliche.
Riconoscibilità geometrica: usando il motivo degli archi impostati sul passo dei 20 metri mutuato dalla geometria già utilizzata per i tendalini si è cercato di interpretare quello che è già un motivo geometrico mentalmente collegato ai percorsi principali. La presenza continua e rassicurante di questi archi a passo molto lungo dovrebbe costituire il “sottofondo visivo” dell’esperienza all’interno dell’Expo.
Il secondo livello di riconoscibilità riguarda invece la possibilità di individuare facilmente le singole funzioni all’interno delle architetture di servizio. Per ottenere questo risultato abbiamo puntato su due aspetti:
L’estensione del codice colore utilizzato nella segnaletica all’intero edificio che diventa esso stesso un enorme pannello segnaletico basato sul codice colore legato alle funzioni. Ogni colore è abbinato ad una funzione che quindi si estende alle facciate dell’edificio alla gradazione delle vetrate , ed eventualmente alle stesse finiture interne, agli arredi, etc.
La definizione semplice ed immediata delle funzioni attraverso il minor numero di loghi possibile con pittogrammi semplici e universalmente riconducibili alle funzioni contenute. L’uso del colore e dei pittogrammi dovrebbe essere assolutamente prevalente e completamente sufficiente per individuare le funzioni. L’uso di poche scritte in inglese nelle testate verso la world avenue ha solo una funzione rafforzativa.

LAYOUT
Il layout funzionale interno parte da una scansione della griglia strutturale che si basa su di un passo di cinque metri nel senso della lunghezza delle stecche e di tredici metri nel senso della larghezza.
La scansione di cinque metri è ulteriormente ridistribuita in moduli “serventi” intervallati da tre moduli “serviti”. Si ottinene quindi un passo a-bbb-a-bbb-a che risulta ritmato sui venti metri come per i tendalini.
Ogni modulo servente è stato pensato per essere potenzialmente ripetuto. E risulta quindi sempre uguale. La scansione consente l’alternarsi delle diverse funzioni in modo ordinato e intercambiabile ritrovandosi sempre allineata con il passo dei pilastri dei tendalini.
Tutti gli accessi in entrata sono pensati prevalentemente dal percorso sotto il tendalino mentre il versante che guarda sugli hortus è pensato bidirezionale ma prevalentemente in uscita dagli spazi interni delle funzioni di servizio verso l’esterno soprattutto per quanto riguarda le aree ristoro, bar e gli spazi commerciali.
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